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Francesco Bosco [30/09/2013]
Se cliccate la parola “romics” su google e scegliete l’opzione “immagini” non vi renderete neanche conto di aver a che fare con una mostra del fumetto, sarete sommersi da foto di ragazzini travestiti in tutte le maniere che sono la vera essenza della mostra di Roma, appunto denominata “Romics”.
Non troverete insomma una sola immagine che vi riporti a Topolino, Diabolik, Tex o a qualche eroe del fumetto ancora oggi presente nelle nostre edicole.
Mostra del fumetto? Beh, se il fumetto è ridotto a questa baraonda mascherata, mi sembra doveroso tenere conto di cambiare il titolo alla manifestazione romana in un più esplicativo “festival del Cosplay”.
Ma si va a fare lo stesso una capatina, tassativamente di giovedì, quando almeno si può girare nei padiglioni a visitare i banchi senza la presenza degli ingombranti “truccatoni” che di solito affollano la fiera il sabato e la domenica.
Spiace essere duri con eventi fumettistici dove il cosplay la fa da padrone mentre l’antiquariato e la storia del fumetto vengono letteralmente abbandonati a se stessi, ma capiamo anche che gli interessi di chi organizza certe imprese non possono essere rivolti a quattro gatti e a quattro stand dell’antiquariato.
Bene, ultimamente si parla molto di settori in crisi: lo è Reggio, Bologna e si parla di difficoltà anche per enti che gestiscono fiere del genere, però è altrettanto vero che da molti anni non si fa nulla a livello organizzativo ed editoriale per favorire l’accesso ai giovani nel mondo del fumetto “storico”: non bastano i melensi incontri con gli autori, dove è tutta una caccia al disegnino, all’autografo, non bastano le cementificate scuole del fumetto, non bastano gli Arci qua e Arci là mezzi politicizzati avvolti su se stessi… ci vogliono idee e soprattutto uomini nuovi.
Se dobbiamo arrivare alla salvezza del fumetto d’antiquariato attraverso i balli mascherati stiamo freschi.
Se non si riesce a dare neanche un “tono” ai banchetti di Bologna e Reggio che è lo stesso di trent’anni fa, allora tanto vale aprire al cosplay anche lì… magari avremo bagni più puliti (Bologna), e meno mosche cavalline (Reggio).
A Roma, Fiumicino per la verità, parcheggio a pagamento a due chilometri dal padiglione, in piena ex-zona agraria sottratta agli abitanti dai noti palazzinari con l’ausilio della politica. Vi sarà capitato di vedere là sotto, mentre fate il biglietto, qualche casa rurale di contadini letteralmente affogata nel cemento di quei mostri con le braccia a forma di scala mobile?