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Francesco Bosco e Romano Val [04/06/2015]

Mickey Spillane il "fumettaro"

Ardimentoso,"i gialli a fumetti”, delle edizioni Dal Boni di Roma, è una pubblicazione mensile che si estende per 6 numeri (dall’aprile al settembre 1954) e nella quale vengono presentate tre storie gialle di chiara impronta americana. L’albo, in f.to 17x24 circa, ospita anche racconti illustrati di Spillane e, nella presentazione di questa copertina, all’episodio La Chiave Misteriosa, potete riconoscere la caratteristica faccia di Mike Danger (la faccia di Mickey Spillane).

Potete però riconoscere in Danger anche la faccia di uno dei personaggi che ha caratterizzato la storia di Ruju di qualche anno fa Un Ranger per Nemico: Mc Dormand, un villain sapientemente tratteggiato dal bravissimo E. G. Seijas

I tratti del volto di Spillane, alias Danger alias Mc Dormand, sono quelli duri e cinici del tipico americano un po’ strafottente, ed anche il suo modo di porsi non fu da meno: si vantava, ma in realtà lo era, di essere lo scrittore più l’autore più tradotto al mondo dopo Lenin, Tolstoj, Gor’kij e Verne e, come dichiarò, di non avere ammiratori ma solo clienti. Raymond Chandler, uno dei massimi rappresentanti dell’Hard-Boyled assieme proprio a Spillane e Dashiell Hammett, lo definì, con una punta di disprezzo, un “fumettaro”.

Spillane, in effetti, inizia come scrittore per fumetti. Nel 1940, mentre lavora come venditore in Gimbels, la più grande catena di grandi magazzini del paese, incontra Joe Gill, uno scripter americano di fumetto tra i più prolifici in “Charlton Comics”, l’editrice  per la quale crea supereroi come Captain Atom, Peacemaker e Judomaster e altri, Gill consiglia Spillane di incontrare suo fratello, Ray Gill, che scrive per Funny inc.

E’ così che Spillane presto comincia a scrivere una storia di otto pagine ogni giorno per Charlton Comics, inventando avventure per i grandi personaggi tra cui Captain Marvel, Superman, Batman, e Captain America. Sue anche alcune storie di Human Torch, Sub-Marines, Target, 4-Most e Blue Bolt.

Sempre su suggerimento di Ray Gills, Spillane si rivolge all’editore  Dutton per il suo primo romanzo. “I, the Jury” vende sei milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti. “Io, la Giuria” introduce il più famoso personaggio di Spillane, il detective hardboiled  Mike Hammer, le cui trame sono avvolte da violente tinte fino ad allora sconosciute dal romanzo poliziesco.

“Signor Spillane, trovo terribile il fatto che fra i dieci best-sellers della letteratura americana, negli ultimi cinquant’anni, sette siano vostri” “Beh, siete fortunato che non ne abbia scritti tre di più”. Il Mike Hammer “letterario” ha origine proprio dai fumetti… infatti, in uno scenario di profonda recessione dei comics (fine anni ’40), Spillane, ha bisogno di mille dollari di materiali per costruire una casa su un terreno da poco acquistato, e decide di trasformare il suo Mike Danger in Mike Hammer, scrivendone, in  diciannovegiorni “I, the Jury”. Siamo ancora nel 1948 e, da lì al 1953, Mickey Spillane scriverà altri sei romanzi, cinque dei quali dedicati al detective Hammer, per poi allontanarsi professionalmente dalla ”letteratura” fino al 1961. Nel 1953, intanto, il ritorno ai fumetti con la striscia M. Hammer. Dunque, un fumettaro prestato alla letteratura ma poi ritornato ai fumetti… al contrario di G.L. Bonelli, un romanziere prestato ai fumetti e mai più restituito.