Sei in: Home page > Autori di Tex > Tex in bianco e nero: Stefano Biglia

Autori di Tex

Francesco Bosco [15/06/2016]

Tex in bianco e nero: Stefano Biglia

Leggendo l’ultimo Tex ho avuto finalmente modo di apprezzare il segno di Stefano Biglia in b/n.

Di solito non amo la linea chiara -ad onor del vero nemmeno quella troppo scura- ma Biglia, che viene definito appunto un “ligne claire”, ha fatto un lavoro molto “personale” che non mi sentirei di etichettare in alcun modo.

La cosa che mi ha più sorpreso è l’equilibrio della sua tavola; se infatti si sfoglia l’albo velocemente ci si accorge che ogni pagina è armoniosa, senza virtuosismi grafici fine a se stessi e senza “stranezze” a ciò che ci è di più caro: la faccia di Tex! Sembra che la disegni con naturalezza, così come quella del vecchio Carson. 

Anche le figure intere dei personaggi contribuisco a sollevare il giudizio positivo su questo “nuovo” disegnatore texiano che peraltro è dotato di ottimo talento naturale. Forse ciò che piace meno sono i primissimi piani, laddove trovare una perfetta sintesi significa essere un eccellente discepolo di Toth, Pratt o Giraud, pena brutta figura.

C’è chi parla di disegno abbozzato, incompleto. Si tratta di considerazioni del tutto personali, con le quali non mi trovo affatto d’accordo: le tavole dell’albo sono pensate e realizzate proprio in quel modo. Non c’è nulla che indichi uno strano processo di elaborazione da parte dell’autore per procedere più speditamente, come ho sentito dire da qualcuno. Tex è molto difficile da fare, ne sanno qualcosa anche i più navigati esecutori del ranger, e il disegno di Biglia fa solo fare un pensiero maligno perché in realtà è frutto di un certosino lavoro che si tramuta in una sintesi estremamente efficace.

La storia con il Colonnello Mano Cattiva per ora è molto plain air e dunque le tavole propendono verso un’emozione contenuta (in futuro bisognerà vedere Biglia su temi dai contenuti più nervosi e di tensione), ma sembra che la prateria sia già uno dei piatti forti di Biglia.

Non amo far riferimenti stilistici ma, se proprio devo “rispolverare” qualcuno, Biglia mi ricorda Nicolò… e non certo per tratto ma per il garbato e signorile stile che tanto caratterizzò l’autore fiorentino. Speriamo si intenda quello che voglio dire. Sarebbe stato troppo facile buttarci dentro Miller, Calegari o Gir.

P.S. - Attendiamo sempre un Letteri