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Autori

Francesco Bosco [22/04/2020]

La mitica Belinda

Non so quanti siano i disegnatori insigniti del titolo di fuoriclasse nel fare le donne. Davvero non ne ho idea. Forse una decina? Forse venti? Di sicuro non mi beccherò dell’eretico se tra questi ci metto i “recenti” Frollo e Tacconi, oppure Gillon e Seijas, gente che nel pennello aveva unadote naturale nel disegnarle. Ma io ho sempre avuto un debole per D’Antonio, se non altro per averlo intercettato prima di Frollo & C.

Fu su “La pista d’acciaio” (numero 75 della Rodeo -1973) quando strabuzzai gli occhi di fronte all’incontenibile bellezza di Belinda Hall, messa in arte da Gino D’Antonio, protagonista di vignette da lasciare di stucco chiunque, anche chi di fumetti non ne ha mai voluto sapere, che fluttuano letteralmente in un contesto western di prima grandezza. Quella Belinda è contraddistinta dall’essenzialità del tratto, niente fronzoli, niente effetti ornamentali e niente accessori inutili, a mio avviso ancor oggi insuperata. Se dovessi rimanere ai fumetti Bonelli, non sono pochi i passaggi memorabili che riguardano le donne: la giovane Dora di “Piutes”, realizzata da Galleppini (in parte mutuata dalla mezzatinta di Walter Molino su “Grand Hotel”), molte di quelle tratteggiate da Milazzo nella saga di Ken Parker, la baronessa Tania Zarova, di Tacconi, per un cartonato della collana “Un uomo un’avventura”, senza dimenticare alcune delle fanciulle frequentate da Jerry Drake, disegnate da Diso, o quelle texiane di Letteri, fra cui la bellissima Mitla.