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Mauro Scremin [01/10/2009]
Doña Manuela ama la perfezione. Ricca e bella, in qualsivoglia situazione è sempre a posto: abiti elegantissimi e diversi in ogni circostanza, maniere squisite e cortese signorilità mescolate alla fierezza e all’alterigia di chi si vanta di discendere dai Grandi di Spagna. Impeccabile è anche la sua ospitalità, al punto che Carson si profonde in complimenti sperticati per una donna dai modi così raffinati ed esclusivi.
E raffinate sono anche le sevizie a cui sottopone coloro che non le vanno a genio: ne sa qualcosa il povero Pedro che, correndo trafelato ad annunciarle l’avvicinarsi alla fazenda di due misteriosi cavalieri con la divisa da ranger, rischia di beccarsi dieci frustate per aver osato disturbare la siesta della signora. Chi conosce le sue abitudini sa che la gentildonna prima si diverte a interrogare i prigionieri affidandoli alle cure dei suoi fidi e nerboruti servitori, Domingo ed Elisario, quindi li fa gettare in pasto ai coccodrilli, quelle simpatiche bestiole che lei alleva con tanto amore e che sembrano interessarla di più degli uomini. Ma soprattutto è devota alla causa per cui lotta e non ammette debolezze ed errori da parte dei suoi subordinati, tutto deve funzionare perfettamente nei minimi dettagli, anche a prezzo della vita. Dedizione totale e sacrificio di sé devono ispirare le azioni dei seguaci dell’ippocampo.
E basti ricordare, a mo’ d’esempio, l’episodio del fedele Alonso il quale, conscio del rischio a cui va incontro, si sottopone a un pesante pestaggio da parte di Tex pur di attirare i nostri eroi nella mortale trappola ordita dalla donna nel battello sul Rio Grande. E poi tutti i mezzi sono leciti per raggiungere il traguardo. A Manuela sembra legittimo ricorrere anche ai servigi di un volgare criminale come El Lobo illudendosi di avere a che fare con un fedele patriota. "Quando un uomo abbraccia la santa causa della libertà - esclama - il suo passato non conta più". Ed è talmente accecata dalla sua fede nell’ideale che non si rende conto che il patriottismo del desperado nasconde solo una feroce sete di arricchimento e di potere. E questo sarà il suo errore fatale.
Ma è proprio grazie al tragico incontro con El Lobo che avviene la trasfigurazione. Agli occhi del lettore la crudele Manuela si trasforma quasi in una indifesa fanciulla nelle mani del bruto, il carnefice diventa vittima e in tale veste corre incontro al martirio. E la purezza e il coraggio della donna diventano questa volta l’arma del suo riscatto. "Fate di me quel che volete - si rivolge implorante a El Lobo - ma risparmiate i miei uomini". Ma lo spietato bandito non conosce ragioni: il fallimento della congiura per lui è solo una perdita di denaro e sulla bella Manuela intende rivalersi nel più volgare dei modi. Uccidere una bella donna non è nei suoi progetti, confessa, la porterà nella sua capanna sulla Sierra Blanca dove sfogherà su di lei i suoi bassi istinti e dove le farà perdere quella sua aria di gran dama.
Invece Manuela morirà nel deserto, dove Tex la raccoglierà ormai agonizzante. E nonostante tutto quello che c’è stato tra i due, una sorta di rispetto misto a pietà farà pronunciare al ranger parole piene di umana comprensione: "Povera donna! Non meritava di morire così...".
Ed ecco il disvelamento, la parabola di Manuela Guzman permette di sciogliere finalmente l’enigma: l’ippocampo, quel dannato “coso” di mare, rimane fedele sino alla fine.
("Il fuoco!" e "Gli sciacalli del Kansas", nn. 16-17)