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Francesco Bosco [17/06/2014]

MUSEO DEL QUADERNO

Vorrei segnalare questa grande iniziativa degli amici Enzo Bottura e Tommaso Pollio che riguarda una materia di enorme fascino espressa in un bellissimo sito: MUSEO DEL QUADERNO (consultabile a www.museodelquaderno.it). Un lavoro che solo due appassionati veri potevano affrontare... e del resto l’amico Tommaso, tra una rara raccoltina di Tex e l’altra, questa sua passione me l’aveva manifestata già tempo fa. Io stesso non immaginavo che i quaderni avessero una storia così tanto eroica ed importante né tantomeno che sarei rimasto "attaccato" alla consultazione del sito di Enzo e Tommaso per un’intera giornata. I miei complimenti ai due nostri appassionati e in particolare a Tommaso che conosco personalmente.

I quaderni sono da sempre immancabili ausili degli scolari: indispensabili per annotare nozioni apprese oralmente (anche qui vale il concetto di ”verba volant, scripta manent”), meno graditi nella loro funzione di palestra e prova di compiti ed esercizi. Quanti rigoni rossi e blu campeggiano a margine dei sudati lavori degli scolari! E quanta soddisfazione per quel “10” o quel “Bene” messo lì, a piè di pagina, a suggellare la nostra applicazione!

La loro nascita deve però essere fatta risalire a molto più lontano. Già gli studenti romani ne utilizzavano una versione ante litteram, molto semplice, ma assai ingegnosa costituita da due tavolette di legno legate tra loro da anelli e ricoperte di cera nella loro faccia interna: con un punteruolo potevano incidere a piacere frasi e esercizi cancellando tutto alla fine, riutilizzando le tavolette praticamente senza limiti. Il solo difetto consisteva nel fatto di non poter archiviare le nozioni apprese considerato lo spazio che doveva essere necessario per conservare le tavole. E’ solamente con la comparsa della carta a buon mercato che cominciano a nascere i quaderni come noi li intendiamo oggi: un gruppo di fogli piegati in due e cuciti tra loro con una corda. Venivano generalmente utilizzati per fare dei conti, come brogliaccio di appunti, per tenere nota dei creditori, per annotare ricette e versi di letterati famosi diventando così dei bignamini rigorosamente personali pieni di massime e aforismi che fanno intuire, al lettore moderno, l’animo dell’antico estensore carpendone un po’ del suo cuore.