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Mauro Scremin [18/07/2011]
Le mie storie sono l’espressione della lotta tra il torto e la ragione e alla gente piace capire subito chi ha ragione (GL Bonelli)
In un’estrema mossa disperata, schiacciato dal peso del suo cavallo, Sam Truscott spara a tradimento su Tex che giungeva in suo soccorso, ma il giovane Kit interviene prontamente facendogli saltare la pistola di mano. L’intenzione del giovane non era quella di ucciderlo nonostante il malfattore avesse sparato vigliaccamente su suo padre. “Sporco furfante! – lo apostrofa il ragazzo – Se non fosse perché meriti di finire impiccato ti avrei ficcato la pallottola in testa invece che nella mano!”. L’adolescente Kit Willer ha fatto presto a diventare forcaiolo. E del resto come si fa a non fremere di rabbia di fronte a un infame assassinio come quello dello sceriffo Sterling? Nell’assistere allo strazio della tenera Annie che non regge alla vista del cadavere del padre, Tex non sa trattenere un sincero moto di indignazione: “Un crimine così odioso – esclama rivolto a suo figlio – non può essere lasciato impunito. E’ un delitto che grida vendetta al cielo!”.
E’ così che comincia l’educazione del giovane Willer. Figlio fortunato, si direbbe, ad avere un genitore come Tex se non si tenesse conto dei rischi mortali ai quali il padre lo espone. Tex, come è noto, lo avrebbe volentieri avviato alla carriera militare (!) ma ben presto ha dovuto rassegnarsi a prendere il non indifferente impegno di fare del giovinetto un uomo deciso, risoluto, “pronto a fronteggiare ogni evenienza”, in grado di riconoscere amici e nemici al primo sguardo, attento a non lasciarsi ingannare dalle apparenze. E l’occasione per iniziare a conoscere gli uomini ha le fattezze del giudice Vermont, personaggio dai modi eleganti ma viscido e infido, sinistra sagoma che alla sua prima apparizione si staglia sull’uscio di casa del defunto sceriffo come avvolta nell’ombra, un individuo “capace di sorriderti e pagarti da bere” mentre complotta alle tue spalle.
Zelante e premuroso al punto da accettare, pur brontolando, di travestirsi da fanciulla in fiore, il giovane Kit freme dalla voglia di stare al fianco di suo padre e, convalescente per la ferita subita nello scontro con Tom Bull, mal sopporta l’inattività forzata a cui è costretto, tuttoché allietata dalla compagnia della dolce Annie. Le ragazze ancora non sembrano attirare le sue attenzioni e, ci si consenta una digressione, sarà più avanti (Piutes, n. 23) che il giovanotto manifesterà un vero interesse per il gentil sesso quando si troverà di fronte all’avvenente Dora Elmer. Alla vecchia volpe di Carson, in quel frangente, non sfuggirà il risveglio dei sensi del suo figlioccio e a Tex, non del tutto convinto che il ragazzo volesse sul serio “fare lo scemo” con Dora, darà una risposta meritevole di essere riportata integralmente: “L’ho guardato per caso mentre la ragazza stava saltando in testa al vecchio Elmer, e ti assicuro che l’ho visto fissare la ragazza con lo stesso sguardo di un cane affamato che scopra un osso di bisonte!” (“Assassinio a Kaypa City”, albo a striscia della Serie Smeraldo, n. 2).
Crimini orrendi, infami raggiri vengono covati nel pauroso scenario di Pecos City, dove non c’è legge che giunga in soccorso, dove i giusti vengono sopraffatti con cruda determinazione, dove i figli sono chiamati in prima persona ad affrontare delle prove durissime. E a Pecos City non è sufficiente ripristinare la legalità, come non basta risarcire le vittime o restituire a Milly Mortimer ciò che le è stato sottratto con la frode: per lo sceriffo Tex Willer, padre vendicatore, la cricca di Truscott va liquidata nella maniera più spiccia. “Il vero mio scopo – dichiara agli stupefatti galantuomini della città – non consiste nel far riconoscere i diritti della figlia di Mortimer ma nello spazzare via da Pecos City Truscott e la sua sporca banda di ladroni”. Tuttavia è il giudice che si rende tragico protagonista del momento più emblematico dell’intera vicenda quando, sorpreso nottetempo in casa propria da un redivivo Tex Willer, si troverà sottoposto suo malgrado a un agghiacciante faccia a faccia col nostro eroe. Stritolato dal suo sguardo implacabile, inizierà allora a dibattersi disperato in preda a una sorta di convulso delirio invocando la legge a sua difesa, finché il lume a petrolio gli si rovescerà addosso e in un attimo le fiamme lo avvolgeranno ed eccolo lanciarsi, alla stregua di un demone esorcizzato, in una folle corsa che si concluderà finalmente nelle nere acque del Pecos.
Destino vuole che Vermont e Truscott sfuggano entrambi al capestro, è vero. Ma è risaputo che nel West bonelliano, quando Tex Willer indossa la stella di sceriffo o di ranger non è per far trionfare la legge ma la giustizia: la sua come quella di Dio.
("Tex l’intrepido" e "La gola segreta", nn. 13-14)