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Mauro Scremin [24/03/2010]
"Om mani padme um”. Mefisto è tornato. Dopo la rovinosa caduta nel precipizio, il suo corpo giaceva esanime nel deserto ai piedi dell’altipiano dei Mammouth dove Padma, il lama, lo ha raccolto ormai agonizzante ma ancora vivo. E grazie alle cure del tibetano, dopo anni di indicibili sofferenze nei quali combatte contro la paralisi a cui sembra condannato, Mefisto guarisce. La sua ora non è ancora suonata.
Il lama gli insegna i segreti della magia tibetana grazie ai quali la sua potenza cresce a dismisura: non solo sa proiettare la sua immagine a grande distanza ma questa volta può entrare anche nella mente altrui, anzi può penetrare addirittura nell’inconscio, quel substrato della psiche popolato di mostri che affiorano ogni tanto negli incubi o negli stati alterati della coscienza, nelle visioni di Tex sotto l’effetto dei funghi sacri come nel sogno di suo figlio Kit. L’accesso a questo mondo tenebroso esalta i poteri di Mefisto, però accresce nello stesso tempo il suo odio accecante per Tex.
Ma c’è una mano invisibile che sembra guidare le azioni degli uomini, un’energia sottile e potente, una forza cosmica che va al di là delle singole volontà di Mefisto, di Tex, di Padma di assumere il controllo degli eventi. Il mondo si regge sull’equilibrio di due opposte ma complementari energie: il bene e il male, la luce e le tenebre. Il lama questo lo sa e si illude di domare gli istinti malvagi del suo allievo, di portarlo sulla via del bene, di poter contenere il suo desiderio di vendetta all’interno di determinati limiti, sente che è il suo karma, per lui rappresenta “un passo avanti sulla via della conoscenza”. In quanto mano sinistra del drago, Mefisto funge da strumento di giustizia e protezione a favore dei connazionali di Padma che cercano fortuna nel nuovo mondo: "Tu sei la mano destra del drago - ragiona Mefisto -, quella che aiuta e distribuisce doni ai fratelli, ma pensi forse che io, la temibile mano sinistra, quella che punisce e dispensa la morte, sia meno importante e necessario?". La visione dello stregone è grandiosa! Nell’equilibrio del cosmo il Male è necessario. Fa parte del gioco. Se Mefisto ha un pregio, è la sua mancanza di ipocrisia.
Controllando la mano sinistra Padma è convinto di poter guadagnare dei meriti sulla via della liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, ma per Mefisto, che ancora non riesce a veder niente al di là della morte, quelle del monaco sono solo “idee da poppanti”. Del resto non gli importa nulla di morire se i suoi nemici avranno varcato per primi “le nere porte del mondo oscuro”. Il lama è quindi un ostacolo nella realizzazione del suo piano e viene eliminato. Ma la campana tibetana riporta in vita Padma quel tanto che basta per ripristinare il giusto equilibrio. Padma potrà così fermare Mefisto senza ucciderlo, ma suscitando in lui i demoni dell’inconscio. In tal modo il lama purificherà il suo spirito ottenendo la liberazione: nel grande monastero sono in attesa del nuovo incarnato!
("Incubo", "Il Drago Rosso" e "Spettri!", nn. 78-80)