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Francesco Bosco [23/06/2013]
Da ragazzino mentre collezionavo Tex & C. mi imbattei in un albo della Storia del West (Il Duello, n. 25 della Collana Rodeo) che mi fulminò letteralmente per i disegni, soprattutto nella parte realizzata da Renzo Calegari.
Colto da entusiasmo, iniziai così anche la caccia agli albi di quella collana, non sapendo che dentro vi era il disegnatore di lì a poco che avrei annoverato tra i miei preferiti di sempre: Gino D’antonio.
Fu “Il Ponte” disegnato e scritto proprio da D’antonio (n.48 della Rodeo), che mi procurai per puro caso tra i primi della serie, che m’indusse a retrocedere un pelino nella graduatoria Renzo Calegari: ormai era Gino D’antonio il migliore. Fu solo con l’avvento di Milazzo che il trono dell’inventore della Storia del West, in vetta per anni nella mia personale classifica assieme a Galleppini, Tacconi e Ticci, vacillò. Forse merito anche di quel prodotto che si chiamava Ken Parker e che io ho sempre ritenuto tra le migliori cose mai realizzate nella storia del fumetto.
Fatto è che quell’albo “Il Ponte” non fu seguito da molti altri numeri disegnati da D’antonio, anzi, e la delusione che mi accompagnò per anni la “sento” ancora oggi allorché mi chiedo come mai uno dei più grandi disegnatori italiani abbia “sprecato” il suo periodo di massimo fulgore artistico realizzando cosi poche tavole a favore della scrittura!
Oggi, mi si gonfia il cuore nel vedere sulle pagine del texone l’erede di D’antonio. Lui, Andrea Venturi, dice di provenire da un’altra scuola, ma io lo “smentisco” con tutte le mie forze, perché il suo naturale stile è di un innovatore classico qual è stato il grande Gino D’antonio.
Non amo mai confrontare le nuove leve (anche se Venturi è alla soglia dei cinquanta) con degli illustri predecessori ma stavolta faccio uno strappo alla regola perché a mio avviso siamo di fronte all’opera più grande avuta nel fumetto dai tempi del mitico Ivo Milazzo con il suo Ken Parker e Giovanni Ticci con il suo Tex (vedi Furia Rossa).
Venturi è rivedere D’antonio, un pizzico di Will Eisner e una visione che taglia le vignette come mai nessuno da molti anni a questa parte. Un perfetto bilanciamento di neri. Graffio. Dissolvenze. Venturi è un mostro di disegnatore con un perfetto story telling.
Vedete, nell’oggettività di giudizio esiste una piccola schiera di artisti che possono essere considerati fuoriclasse (io ho nominato D’antonio, Ticci e Milazzo e altri se ne potrebbero aggiungere), ebbene Andrea Venturi sembra destinato ad entrare nell’olimpo dei migliori, soprattutto dopo aver sentito i giudizi che ne danno i miei vecchi amici fumettisti che di fuoriclasse se ne intendono.