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Francesco Bosco [03/12/2014]

FOUR COLOR

La domanda che mi sono fatto, dopo aver letto (e soprattutto visto) questo “Four Color”, è se qualcuno dei disegnatori che ha composto la squadriglia di questa pubblicazione si sia espressamente dichiarato “fuori luogo” al momento di accettare la sfida “Tex”.

Sicuramente no!

Eppure, se esistesse una sola “contestazione” nella propria personale ego, bisognerebbe avere il coraggio di manifestarla… chessò, un “grazie dell’invito, ma non mi pare il caso”.

In fondo si tratta di un “progetto” assolutamente privo di quella tanto sbandierata “libertà grafica”, e assolutamente legato al f.to regolare: una gabbietta da 32 pagine, con tanto di strisce di quarantottiana memoria, costruita per controllare meglio la produzione e condita con una colorazione ai limiti dell’accettabile.

Di quale progetto grafico stiamo parlando, poi? E per quale motivo dovrei trovare lo spirito, la concentrazione e la condivisione con gli appetiti modernisti nell’approccio a questo “Four Color”? Non è sempre il Tex di GLB? Oppure debbo mettere la tuta speciale per la “differenziata? Qualcuno mi ha detto che sono un po’ troppo tradizionalista per capire certe cose: beh, sarà pure, ma in questi casi mi onoro di essere tradizionalista, se questi sono i risultati.

Mi manca l’aria! questa roba invece di divertirti ti fa mancare l’aria. E sinceramente non capisco perché in un momento in cui c’è voglia di leggere qualcosa che DIVERTA, bisogna incupirsi la giornata con storie disegnate (disegnate, non interpretate) in questa maniera: una collezione di incazzati.

Le quattro scritture non mi interessa “indagarle”, visto che i disegni l’hanno completamente ammazzate (poco interessante poi l’esercizio di metterle ai voti come “mancati soggetti per storie lunghe”), ma non che siano l’eccellenza: Medda banalotta (ma almeno ha il merito di far sorridere Tex nel computo totale di 128 pagine di figure digrignanti), Recchioni non pervenuta (in edicola dobbiamo chiedere se è uscito Recchioni, non Tex), Burattini e Boselli accettabili (della serie, il classico paga sempre) con Burattini un legittimo “potenziale” .

Benevento statico, Camuncoli naif, Rossi oltre il limite, Accardi naif 2.

De Vita? Non parlo della copertina altrimenti mi si offende la bene amata “Condor Pass” di là in libreria: 80% di rocciame vario, 19% per gli appostati, 1% allo spiraglio di cielo… ma dovevo capirlo da lì che mi sarebbe mancata l’aria.

Ancora tre o quattro giorni e ci godremo il “regolare” morischiano (mi pare finora di ottima fattura), per giunta “sgabbiato” e tassativamente in b/n.

Nonostante tutto sono fiducioso in un radicale mutamento e in un conseguente successo del “Four Color” se solo si vorrà seriamente mettere mano alla veste grafica e alla grafica stessa… liberandola realmente dalle mezze misure.