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Francesco Bosco [07/03/2016]
Due righe di commento a questo terzo (o secondo?) appuntamento con il cartonato a colori della SBE che ha per titolo “Painted Desert”, scritto da Boselli e disegnato da Stano (che si occupa anche dei colori).
Lo definirei, in due parole, diligente ma accennato. E questo vale per i testi quanto per i disegni. Partiamo dal soggetto che a mio parere è originale ma interpretato con eccessivo equilibrio per un extra-Tex, in quanto si allontana poco dalle dinamiche dell’opera che si svolge sul mensile regolare e che in prospettiva dovrebbe invece andare verso una “storpiatura” del personaggio; ora, che lo facciano i disegni o che lo faccia il testo, poco importa, fatto è che non ho visto la penetrante vigoria che meriterebbe la pubblicazione.
La forma con cui esprimo questo mio concetto è diligente e accennata, come la “sostanza” di “Painted Desert”, ma se dovessi spingermi più in là coi “sentimenti”, senza troppo badare alle questioni stilistiche o di forma, direi che sarebbe il caso di stanare Tex dall’entità che lo caratterizza da sempre senza dover per forza deformarne la natura. È ovvio che non sparerà nella schiena dell’avversario e che non dovrà di nuovo scalpare un povero indiano mezzo morto, ma potrà, sulla struttura portante, inserire con coraggio e scioltezza elementi dannatamente più innovativi.
“Frontera” mi pareva aver aperto il varco!
Stessa cosa per quanto riguarda i disegni che, non vorrei sbagliarmi, appaiono distaccati come quelli della tavoletta grafica… che poco attrae e poco affascina: non so, ma un pizzico di follia grafica, assieme alla su citata storpiatura del personaggio (e dunque del linguaggio), non dovrebbe scandalizzare, come scrivevo in altra sede, la vecchia mummia.
Pazienza se qualcuno continuerà a modellare le vesti di questa pubblicazione “fuoriserie” all’eroe nazionale del ’48.