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Francesco Bosco & Mauro Scremin [20/08/2017]
Una che sa lavorare così bene di coltello l’aspettavamo da tanto. Finalmente è tornata, ed è proprio lei! L’abbiamo riconosciuta e le sensazioni di quella prima volta le abbiamo rivissute. Un bel ceffone ed è crollato il mito del “vedovo inconsolabile”. Dovranno farsene una ragione tutti quelli che gridano allo scandalo, perché non si tratta altro che di un mito creato a posteriori nel lontano 1969 e che da quel momento è diventato legge, sacra ed inviolabile. Come se non bastasse quell’unica vera legge che informa l’agire del nostro e che dice di indignarsi, di combattere, di reagire al sopruso e di non porgere mai l’altra guancia.
E poi lui è un uomo d’azione, che si rompe terribilmente le palle a oziare, che per ingannare il tempo va a cacciare il bisonte o il puma, che sente fortemente il bisogno di andare in cerca di guai. Non adatto a metter su famiglia, lui è quello che affida suo figlio ancora in fasce ai Navajos per andarsene a zonzo nel Far West. Lui è il “vedovo inconsolabile” che si fa psicanalizzare da Freccia Rossa (un suocero da niente!) che sa capire il cruccio che lo tormenta, la causa vera e dichiarata della sua infelicità: l’essere lontano dalle terre dei visi pallidi, poter riavere la stella di Ranger, riconquistare la stima di Marshall, ripartire per l’avventura…
Per fortuna la tessitura dei personaggi architettata da Gianluigi non obbliga ad improvvisarsi detective: non esiste alcuna chiave interpretativa. Esiste solo ciò che è scritto. E tutto questo va detto a chiare lettere, visto che negli ultimi tre lustri vi è la tendenza a costruire e diffondere la mappa di un Tex MAI scritto. Ma pensato chissà da chi?
Ma veramente Tex è infallibile? Veramente non sbaglia mai? Siamo sicuri di aver letto bene quello che è stato scritto? Siamo sicuri di aver capito? Noi, che non siamo sicuri di niente, un ripasso ogni tanto lo facciamo, senza drammi o patemi d’animo.
Quindi, cari parrocchiani, è inutile gridare al sacrilegio, è inutile levare i soliti sospiri pianti e alti guai per una presunta lesa maestà. Qui il moralismo apocalittico da fine dei tempi è fuori luogo. Ed è altrettanto inutile quanto penoso invocare il ritorno di un già bistrattato salvatore. Gli spalti, per fortuna, sono sempre gremiti. Quasi duecentomila tifosi sono sempre lì ad assistere alla partita, compresa la ditta “casti & puri”.
Povera piccola Lupe, leggiadra guerriera! Al momento non sappiamo come andrà a finire, ma non importa. Almeno con te è tornata l’avventura e, perché no, anche il sentimento. L’importante è che i texiani, che siano maritati o meno, si lascino divertire. Ma certo che sì: anche quelli infedeli.