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La redazione [27/09/2017]

Avventura Magazine - Omaggio a Galep -

Il quinto speciale di Avventura Magazine, omaggio al maestro Aurelio Galleppini, dal titolo 100 anni di Galep una vita con Tex è nelle edicole italiane da qualche giorno.

Contiene uno degli episodi di Tex più noti, Silver Bell (Araldo Tex gigante n. 99 La Sconfitta, 1969), pubblicato nella sua versione integrale e naturalmente a colori, Il Libro della Giungla, con i testi di Marcello Serra (Audace 1948/49) e Il Giuramento del Forzato, episodio di Occhio Cupo, su testi di G. L. Bonelli (Audace 1948/49).

Senza girarci troppo intorno, questa proposta della SBE lascia davvero il tempo che trova per una serie di motivi. Noi ne prendiamo in considerazione un paio:

1) proporre l’intera storia “Silver Bell”, che di memorabile non ha niente, sembra un’operazione che molti chiamano “riempitivo”. Ingiustamente, il termine è adoperato per alcune storie della saga di Tex, ma qui ha una giustificazione. Sarà anche in questo caso una famigerata gabbia a dettar legge? In ogni caso, tolta “Silver Bell”, cosa rimane di questo omaggio? Forse le tavole di Occhio Cupo che dalla versione “Albo d’Oro” vengono proposte, con dubbia riuscita, nel classico f.to Bonelli?

2) su Galep, se solo ve ne fosse stata la volontà, si potevano scrivere pagine mai scritte, visto che è stato uno dei più importanti disegnatori del dopoguerra e visto che in redazione ognuno avrebbe avuto un aneddoto o una storia da raccontare sul maestro. Non volevamo fuochi d’artificio ma neanche una retrospettiva di cose trite e ritrite… per di più pubblicata su un anonimo libretto. Spiace e basta.

Un’ultima considerazione: l’episodio “Silver Bell” è sì disegnato da Galep, ma molte delle tavole sono completate o completamente disegnate da Virgilio Muzzi e Raffaele Cormio. È noto il passaggio, romanzato, che vuole Muzzi chiuso in redazione in una notte di Natale a completare le tavole di questa storia. E se il Natale era quello del 1968 (e lo è), ricordiamo che l’albo n. 99 di Tex uscì verso la metà di gennaio del 1969, cioè venti giorni dopo quel simpatico siparietto forse mai accaduto. La verità è che Muzzi era un disegnatore che spesso si trovava in redazione e che un giorno (che non era Natale) rimase chiuso negli uffici per errore: cioè l’ultimo che aveva chiuso la porta non aveva immaginato che il povero Virgilio fosse ancora dentro.