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La redazione [19/05/2020]
Nella sua Metafisica, Aristotele parte con queste immortali parole: “Tutti gli esseri umani per natura desiderano sapere”. Quindi si pongono delle domande… ma spesso e volentieri le risposte non arrivano, o ne arrivano troppe. Il che è un casino. Vai a capire… Chi siamo? Da dove veniamo? Verso dove stiamo andando? C’è la movida nell’al di là? L’universo ha avuto un inizio o è eterno e increato? Dio c’è o è uscito un attimo? È nato prima l’uovo o la gallina? E questo per dire che sono infiniti i quesiti ai quali non è stata data mai risposta certa, una qualsivoglia risposta che, insomma, ci faccia stare tranquilli una buona volta. Ma tutte queste (e altre) sono questioni che impallidiscono di fronte alla madre (e anche al padre e al nonno) di tutte le domande, a quel mistero che fa passare notti insonni anche a gente saggia e illuminata come noi: l’enigma del “purtroppo”. Ebbene sì, cari amici, fratelli cari, vicini e lontani: secoli di studio, tonnellate di erudizione non sono bastati ad arrivare a una conclusione che sia una!
Voi ci chiedete le prove! Ma quali prove? Di sicuro sappiamo quando è iniziato tutto questo: suppergiù nel 1958. Quando finirà, nessuno è in grado di dire. Cosa ci rimane, quindi, se non affidarci alle ispirate parole di quel vero e unico profeta in patria di Francesco Bosco, che qualcosa da dire ce l’ha pur sempre?
Allegato: La teoria del “purtroppo”