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Collezionismo

Francesco Bosco [12/10/2024]

Le costole, le costoline, i dorsi, i dorsetti quadri…

Decenni di esperienze fumettistiche mi hanno insegnato che sul collezionismo vigono regole ferree da adottarsi obbligatoriamente quando si acquista un albo. Regola n. 1 - l’esame della costola. Una bella costola, specie se parliamo di quella relativa ad albi in brossura recenti, come possono essere uno Zagor Zenith, un Topolino libretto o un Diabolik di non più di una cinquantina di anni fa, non la si nega a nessuno: rende alla propria collezione un grande appeal, almeno dal punto di vista visivo. Ad esempio, nel caso di uno Zagor, ma in generale di un Bonelli, una costola bianca, senza sbeccolature e con il titolo perfettamente centrato, si esige. E se trattasi di materiale in brossura ancor più recente, diciamo dei ’70/’90, è scontato che anche il resto dell’albo debba essere in perfette condizioni. Ecco, non vi è alcun dubbio che, con costole di questa portata, la collezione colpirà il cuore di colui che se la troverà davanti. Ovviamente più si va indietro nel tempo e più le pretese di avere costole ad hoc diventa difficile, specie quando gli albi sono rari e le possibilità di scelta si riducono. Attenzione, non solo rari: le belle gatte da pelare - vedasi i Topolino libretto proposti in dorso quadro tra il 1953 e il 1955, peraltro molto più ostici degli albi Audace/Araldo del periodo, gigante o raccolta a striscia che siano - a volte si annidano in singoli numeri o in sequenze più o meno lunghe non per forza introvabili e non per forza legate ad un preciso periodo storico, come dicevamo circa i Topo editati tra settembre ’53 e agosto ’55 (fascia dei numeri 75/120) oppure riguardo ai Tex usciti tra luglio e dicembre ’80 (fascia numeri 237/242) i cui dorsi scuri, probabilmente legati alla colla impiegata, sono una vera spina nel fianco per i texiani.

Regola n. 2510 - A personale piacimento: pieghe, biro, scotch, bollini, mancanze e restauri.

Poi ci sono gli “spillati” (con spille interne oppure con punti metallici a vista).

Spillati. Per quanto mi riguarda, a parte che non ho mai selezionato gli albi partendo dalla costola, visto che non amo i dorsi bianchissimi preferendo quelli naturali, anche se leggermente bruniti, e che del titolo decentrato mi frega poco, mi interessano altre caratteristiche, come la freschezza dell’albo, il profumo della sua carta e, se parliamo di raccolte di Tex a striscia di prima generazione, come 1-7 e Bianche, tengo particolarmente all’integrità della sbordatura sui tre lati della cover. 

Tralascio le personalissime opzioni di scelta per le affascinanti pubblicazioni dei giornali anteguerra Nerbini/Mondadori ecc…, fatti di poche grandi e fragili pagine, come del resto il mitico Grand Hotel del 1946, difficili da collezionare in perfette condizioni.

In ultimo, la collana del Tex II^ Serie Gigante che offre da sempre ampia scelta, data la sua facilita di reperimento e di cui mostro costola di un non censurato particolarmente bella.